Presentazione dell’atlante ufociclista al MACRO di Roma

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Panoramica della presentazione al MACRO. Qui per l’immagine ingrandita

L’atlante ufociclista edito da Nerosubianco è un viatico all’utilizzo della bicicletta come vettore di ridefinizione del territorio antropico, cioè di quello spazio fortemente caratterizzato dalla presenza umana e dai suoi artefatti urbani mobili e immobili.
Per chi all’atlante si avvicina, vale la raccomandazione circa l’esistenza di un inscindibile rapporto d’interdipendenza tra quello e il blog ufociclista che state leggendo, ovvero tra strumenti teorici (anche se ampiamente illustrati) e loro applicazione pratica: nel blog infatti i concetti e le metodologie utilizzate nel libro trovano un più ampio spazio d’esplicitazione, di riflessione e una naturale progressione ed evoluzione.

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Spostando l’attenzione dalla priorità come mezzo di trasporto (che comunque resta centrale nel ciclismo urbano) l’UfoCiclismo si pone l’obbiettivo primario d’utilizzo della bicicletta come mezzo esplorativo atto a sovrascrivere le mappe esistenti: quelle che proscrivono, instradano, perimetrano, disciplinano, addomesticano, al cosiddetto abitacolamento del corpo e all’inquadramento sensoriale del territorio entro un frame orientato (sulla non neutralità delle mappe si veda, tra l’altro, Carte, sapere e potere saggio on line di John Brian Harley).
Corpi chiusi in lamiere, resi alieni allo spazio circostante e all’interazione con gli altri esseri viventi. Emotività deprivate di empatia sociale chiuse in scatole (luoghi di lavoro) che utilizzano abitacoli (automobili, mezzi pubblici, sfreccianti ciclomotori) per spostarsi in altre scatole (le abitazioni private). La città abitacolata diviene un insieme statico di vettori che blinda qualsiasi tipo di sensorialità alternativa, anche semplicemente sociale, che non sia quella individuale e strumentalmente orientata. Un’inversione di questa condizione ha inizio, secondo noi, dal piano simbolico e narrativo degli spazi vissuti, in cui la griglia interpretativa modellata sulla circolazione, sui quartieri, le proprietà private, cede il posto a mappe multisensoriali.
A differenza di altri approcci multiensoriali, limitatamente impressionistici, l’UfoCiclismo adotta una metodologia fisicalista con strumenti, per quanto possibile, replicabili e verificabili. Da questa scelta deriva il suo armamentario concettuale: la sua cassetta degli attrezzi.

Compito ultimo dell’UfoCiclismo è quello d’identificare spazi contattistici (UDA contattistiche), ovvero luoghi che per propria natura morfologica o per intervento risimbolizzante (spesso ad opera di organizzazioni di base come centri sociali, comitati di quartiere, ciclofficine e alla cartografia alternativa) appaiono i più adatti, e quindi in questo senso dei prototipi, per ristabilire un contatto con l’ambiente circostante e con le alterità: siano esse provenienti da questo pianeta che da altri.

Abbiamo chiesto a cinque ospiti di ragionare su questi temi e quindi sull’atlante:

Alberto Abruzzese (sociologo, scrittore e saggista);
Francesco Rosetti (giornalista);
Giorgio de Finis
(antropologo, direttore MACRO, curatore MAAM).

Gli interventi:
introduzione di Cobol Pongide;
introduzione di Daniele Vazquez;
intervento di Francesco Rosetti con intervento di Daniele Vazquez;
intervento di Alberto Abruzzese con risposta di Cobol Pongide;
intervento di Giorgio de Finis;
secondo intervento di Cobol Pongide;
secondo intervento di Daniele Vazquez;
secondo intervento di Alberto Abruzzese;
lancio del convegno MBM4 di Cobol Pongide (MBM4).

La registrazione integrale della presentazione.

Ospiti non pervenuti:

Fabio Benincasa (docente, saggista e giornalista);
Ivano Merz (attivista fondatore del movimento dell’Ufologia Radicale).

La presentazione si è tenuta il 16/10/2018 al MACRO nella Sala Lettura – alle ore 18.00.

La pagina dell’evento sul sito del MACRO.

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XII Ricognizione UfoCiclistica – eclissi lunare

Rapporto redatto da Dafne
Integrato da Cobol Pongide
Venerdì 27 luglio 2018

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L’eclissi totale di luna è un evento che si verifica ogni 150 anni. Se a questa si aggiunge la vicinanza di Marte alla Terra, quale giornata migliore per gli ufociclisti per uscire in ricognizione notturna?
Ma stasera a pedalare per le strade di Roma non ci sono solo loro, infatti l’evento coincide perfettamente con l’ultimo venerdì del mese, giorno della Critical Mass e con l’adunata della Pedalata di luna piena che richiama moltissimi ciclisti romani e non, che si muovono ogni volta che il satellite terrestre compare in tutta la sua interezza. Come stasera.
Negli anni la Pedalata di luna piena è divenuto quantitativamente l’appuntamento di gran lunga più popolato del ciclismo romano.

L’aria è tersa ma tesa. Gli ufociclisti s’incontrano come sempre alla metro San Giovanni (vicino alla piattaforma girevole di Re di Roma), appuntamento anticipato di un’ora rispetto al solito, per raggiungere la Critical Mass in tempo. E’ circolata l’idea di proporre un percorso, per quella sera, che potrebbe portare la CM al BAM (Biblioteca Abusiva Metropolitana) di Centocelle, di recente presa di mira dai fascisti. Gli ufociclisti si sono espressi molto favorevolmente al riguardo. Dal BAM poi eventualmente si ripromettono di proporre uno spostamento, per chi lo vuole, verso il vicino parco di Centocelle (storico teatro di avvistamenti UFO) o a quello (sempre vicino) di Tor Tre Teste (anche questo parco ultimamente è interessato da fenomeni UFO come si può leggere in questo resoconto) dove godersi l’evento dell’eclissi lunare un po’ al riparo dall’inquinamento elettromagnetico ostile alla stratosfera.
La proposta per il BAM si scontrerà però con quella parte della critical che vorrebbe unirsi alla Pedalata di luna piena trasformando (anche se solo per quella sera) lo storico appuntamento ciclo-attivista in una passeggiata a pedali. A differenza della proposta circolata informalmente per il BAM, l’idea di congiungersi alla Pedalata di luna piena è stata annunciata sulla pagina fb della CM di Roma.
Di fatto è la stessa modalità con cui è stata indetta la critical di quella sera ad aver infastidito gli ufociclisti: la Critical Mass si muove da sempre libera per la città senza preannunciare l’esito di un percorso o di una convergenza in particolare: proprio come un UFO.

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Punto di raccolta ufociclistico

Alle 19.50 gli ufociclisti sono in 12 mentre a piazza Vittorio (proprio vicinissimi alla porta alchemica un tempo il tonal di quella zona prima che Casapound ne ridefinisse i contorni tonali – e con la sola CM a contrastarli simbolicamente) si sono riuniti 40 ciclisti.
Passa ancora un po’ di tempo e la critical si rimpingua con una certa orgogliosa profusione.
Baci e abbracci.
Ora anche gli ufociclisti hanno raggiunto la Critical Mass. Anche noi baci e abbracci.
Non c’é accordo su dove spostarsi… generalmente non ce n’é bisogno.
Alle 20,30 si parte.
Gli ufociclisti prendono la testa della massa critica muovendosi verso la stazione Termini. Su via Giolitti tentano di prendere viale de Nicola per poi dirigersi verso via Nomentana evitando (scongiurando) di congiungersi con la Pedalata di luna piena, ma la critical compatta tira dritta e raggiunge piazza della Repubblica per poi imboccare via Nazionale. Nella critical evidentemente prevale l’idea di raggiungere prima piazza del Popolo da sempre luogo di partenza della luna piena.
Poco male. Gli ufociclisti tornano sui propri passi e si accodano alla critical all’altezza del tunnel (tecnicamente una varietà dimensionale di grado 2 – si veda questo resoconto) di via Milano. C’è tra loro una ciclista nuova a questo tipo di uscite serali, e per questo fa confusione tra i due tipi d’iniziativa; al che Dafne si sente in dovere di elargire chiarimenti.
Con gli ufociclisti, in questo tentativo/proposta di raggiungere prioritariamente il BAM c’è anche il popolo di Centocelle in bicicletta.

Da questo momento tutto diventa molto rapido e convulso. Appena giunti a piazza del Popolo (un’altra piattaforma girevole) la Pedalata di luna piena fischia la partenza.
Ufociclisti, popolo di Centocelle e parte della CM decidono di tentare di ricompattare il resto della massa critica che prevedibilmente s’é liquefatta nel resto dei ciclisti lunatici.
Prendono la testa del flusso circolare a pedali sfruttando il proprio momento angolare.

Avviene un piccolo incidente con un tassista a un incrocio. Costui non si vuole fermare nemmeno cinque minuti, nemmeno di fronte a cotanta imponente massa tubolare e minaccia Dafne di denuncia per blocco di servizio pubblico. Poi la manda a quel paese insultandola pesantemente.

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La massa ciclistica: Luna piena + CM + ufociclisti

Niente di nuovo. Episodi come questo sono all’ordine del giorno; lo sono per i singoli ciclisti e per la massa critica. Nonostante la sproporzione numerica tra automobili e biciclette e nonostante lo squilibrio di effetti che le une posso avere sulle altre. Nonostante tutto ciò sono però sempre il ciclista e la CM ad essere additati come “estremisti” come un iterato e noioso gioco delle parti in cui non risalta un briciolo di originalità narrativa.
E ciò nonostante abbia sempre prevalso la volontà di delucidazione del ciclista che pazientemente spiega all’automobilista infuriato (ma a volte anche solo incuriosito) il senso di quelle manifestazioni portate avanti con gioia e allegria.
Nonostante ciò, quindi.

Ci sono tanti turisti a Roma in questa notte che come sempre guardano incuriositi e allegri.
A piazza Venezia finalmente si scorge la luna completamente coperta: una palla nera ombreggiata di rosso, che sembra una sfera di piombo sparata in cielo.

Davanti all’altare della patria partono cori contro patria e stato da parte di quei ciclisti che rivendicano il proprio spirito libertario e antifascista in un periodo tanto buio che l’eclissi lunare sembra giustamente sottolineare.
Si tratta di una sorta di affordance conflittuale che emerge spontanea e l’altare della patria, i militari impettiti appaiono come teatrali provocazioni: o meglio psico-dissuasori (si veda questo resoconto).
C’e’ poco tempo però per scrutare il cielo in cerca di alleanze con visitatori cosmici (che poi scopriremo invece essersi ampiamente manifestati a Roma e provincia quella sera). Stasera le ragioni di quel pezzettino di mondo che si chiama BAM (che tecnicamente potrebbe essere definito un attrattore) ci sembrano ben più urgenti come le tante ragioni di chi sta vivendo intimidazioni e repressioni a Roma e altrove.

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La massa di ciclisti percorre via dei Fori (una esplicita e storica ley line) e la luna ancora li accompagna sopra il colosseo, poi su per via Labicana dove avviene un secondo incidente di percorso. Dafne che quella sera è indemoniata e incazzata come non mai, come se dovesse scaricare tutta la rabbia di una vita in una singolarità, individua e si rivolge al ciclista che gestisce una pagina fb della Critical Mass. Gli esprime il proprio disappunto circa la modalità del percorso prefissato che anticipava il rendez vous con la Pedalata di luna piena. Ciò tanto più che da giorni circolava l’idea di giungere al BAM in segno di solidarietà e forse anche con ragioni più in linea con lo spirito della CM.
Il ciclista non solo nega il suo coinvolgimento nella pagina fb ma di risposta accusa Dafne di aver trasformato, col popolo di Centocelle, la Critical Mass in un corteo politico portando con sé le bandiere della Palestina. Di fatto li accusa di difendere la dignità di un popolo dall’oppressione dello stato israeliano.
Ma la Critical Mass è una libera espressione e come tale, entro il rispetto delle libertà altrui, non accetta di essere redarguita da nessuno. E’ inoltre assurdo sostenere posizioni neutrali all’interno della CM: almeno fino a quando essa si dichiarerà esplicitamente antifascista (e speriamo un giorno anche antispecista).
Accanto al ciclista che dibatte con Dafne, c’è una donna bionda con un fischietto che urla di lasciare spazio ai pedoni. Inutile spiegarle che la CM blocca le strade semplicemente perché le bici stesse in quel momento sono il traffico. Inoltre i ciclisti non sono vigili urbani [e, aggiungiamo, nemmeno vogliono essere reclusi entro le ciclabili (varietà dimensionali 1) con bici targate e identificate dal pizzardone astratto].
Crediamo sia il caso che questi principi basilari siano sempre molto chiari in coloro che partecipano, che si confrontano o che propongono convergenze con e per la CM (ma questa è solo la nostra opinione).

A Via Labicana Cobol tenta di serrare le fila. Dalla testa dell’incedere lavico blocca il flusso di ciclisti per ricompattare la Critical Mass e per invogliare eventualmente qualche altro ciclista di quelli giunti per la luna piena a dirigersi verso la BAM di Centocelle.
Una organizzatrice della Pedalata di luna piena gli inveisce rabbiosamente contro rivendicando con vigore la proprietà di quella massa di ciclisti (non aspettava altro è la sensazione). Attacca Cobol affermando che quella è la Pedalata di luna piena! Non la Critical Mass! Cobol gli fa notare:
1) che li non c’é solo la Luna piena;
2) che la luna piena non s’é “comprata” i ciclisti.
La ciclista non vuole sentire ragioni e non accetta alcun tipo di argomentazione dato che, sostiene lei, la stragrande maggioranza dei ciclisti sono lì per la luna piena.
Quantitativamente costei ha ragione ma al di là delle risibili argomentazioni e della buffa (meglio dire surreale) polemica innescata sulla proprietà degli ignari ciclisti, su questo punto vogliamo essere estremamente chiari:

chiunque pensi che le forme di aggregazione ciclistica siano una strategia per formare e condurre greggi si troverà sempre gli ufociclisti contro! I pastori se ne restino nelle chiese!

L’idea di apporre un sigillo, un’etichetta sui ciclisti è parossistica tanto più per una manifestazione che ha nel proprio nome il satellite terrestre dichiarato, dall’umanità, avverso al principio della proprietà privata.
La luna è in accordo con noi e quella sera ha deciso di sparire dal cielo nella sua interezza per sparigliare pastori, padri e padroni.

Dallo scontro ne nasce una piccola scissione alcuni ciclisti CM si dirigono verso Porta Maggiore (un omphalos generatore di molte ley line) mentre la stragrande maggioranza segue legittimamente la Pedalata di luna piena verso piazza San Giovanni.

A Porta Maggiore la Critical Mass finalmente si ricompatta (almeno in parte) e un po’ motivati dal bisogno di assistere in pace all’eclissi, un po’ per l’urgenza di raggiungere il BAM  infila finalmente via Casilina in direzione di Centocelle.
Il resto dei ciclisti con la luna piena proseguono verso Scalo San Lorenzo e poi via Tiburtina.
All’altezza di via della Primavera l’ufociclista Valeria propone una bellissima scorciatoia (ci riproponiamo di ripercorrerla documentandola per stabilire se si tratti di una scorciatoia o di uno strappo in termini ufociclistici).

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Iniziativa alla BAM

La Critical Mass giunge finalmente alla BAM dove c’è l’aperitivo antifascista.
Gli ufociclisti guardano la luna, che ora inizia a scoprirsi, attraverso i bassi palazzi di Centocelle, mangiando riso con le verdure.
Stefano (un ciclista) dice loro che l’eclissi totale di luna in piena città è uno spettacolo unico: tra 150 anni quei palazzi non ci saranno e non c’erano 150 anni prima.
La luna che si tinge di rosso è una grande occasione per testare la Teoria cromatica degli stati d’animo degli ufociclisti. Quella sera il satellite è una vera e propria UDA (Unità d’Ambiance) e sulla sua compattezza e tenore tonale non produce o induce in equivoci. Un’occhiata alla tavola cromatica degli stati d’animo (un metodo per associare emotività sensibile e varietà cromatiche) e scegliamo compattamente il cluster che va dall’1 al 4. L’1 è la tonalità scelta: il limite inferiore del cluster di riferimento. Anche troppo facile. Leggiamo dall’atlante la corrispondenza timica: Umami – ambiance ricca, varia, densa, strutturata. Ci pare abbia senso per un’ambiance che quella sera la fa da padrone su tutte. Tutti col naso rivolto all’insù.
Si battibecca un po’ sulla natura del colore rosso della luna. Qualcuno sostiene sia l’influenza di Marte. Ci pare una bella suggestione ma del tutto improbabile.
C’e’ in corso un acceso dibattito sulle teorie di Mauro Biglino e sulla sua idea di una lettura letterale dei testi sacri. Per Cobol si tratta di un’interessante autopoiesi che però finisce per auto-assoggettarsi in una storia dell’umanità schiava di genti provenienti da altri pianeti. Altri padroni… basta!
Marco, Lorena e Martina argomentano con o contro Cobol.
Insomma Biglino non s’è inventato nulla di nuovo rispetto alla paleoastronautica tanto in voga negli anni Settanta. Il consiglio è sempre quello di vedersi questo storico documento: datato, storicamente sorpassato ma con una colonna sonora bellissima e immagini in 16 millimetri da pelle d’oca.
Così finisce questa anomala pedalata, che di solito si conclude nella quiete notturna dei parchi cittadini.

P. S. l’intero tracciato del percorso della ricognizione lo isseremo più in là dopo aver recuperato le coordinate della scorciatoia/strappo di Valeria.

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Una foto della luna in uscita dall’eclissi. Praticamente un Tao.

L’UDA Torre Maura – Roma – 1/7/2018

Rapporto redatto da Cobol 

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La mappa al piano di sopra è l’area di Torre Maura esplorata in cerca di UDA (Unità D’Ambiance – vedi l’atlante UfoCiclista o il glossario on line).
Nello specifico ci si è mossi nello spazio compreso tra viale di Torre Maura e via dell’Aquila Reale che nella mappa precedente descrivono una sorta di triangolo scaleno col terzo lato su via Casilina.
Tanto per iniziare va chiarito (a noi stessi più che altro) che la zona di Torre Maura si estende ben oltre come è visibile nella successiva mappa.

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L’area completa è quella col tratteggio più grande mentre lo spazio limitato interno è lo spazio esplorato.
Ovviamente un’UDA non è quasi mai identificata da un intero quartiere (anche se a volte può esserlo). In questo caso il quartiere è composto da più UDA di cui una sola presa in esame.
Nella mappa prossima l’estensione completa dell’UDA che concerne la nostra esplorazione.

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A parte qualche estensione di poco conto risulta subito chiaro come ci sia inizialmente sfuggita la parte superiore, tagliata dalla Casilina (segnata col doppio tratteggio). Questo perché via Casilina funziona da separatore e come tale restituisce l’idea di un terminatore dell’UDA che invece non c’é (si veda anche la mappa aerea). La parte superiore (oltre il separatore) non compresa nell’esplorazione è infatti perfettamente integrata nell’UDA che stiamo analizzando; ci era però sfuggita per via di un “taglio” che ha il compito di simulare una cesura che non c’é. Altrove abbiamo definito come cosmetica questa funzione del separatore.
La tenuta e la continuità dell’UDA in questione è fenomenologicamente il prodotto dell’azione antropica sul territorio. Lo spazio è caratterizzato compattamente da un’edilizia di scarsa qualità tipica di questo settore di Roma con palazzine basse di due massimo tre piani e cortiletti interni. La maggior parte di questa edilizia è ex abusiva poi in seguito condonata.

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Avendo già visitato la zona di Torre Maura ci siamo mossi con un’idea preconcetta dell’UDA che avremmo individuato e quindi abbiamo lavorato ad una sua più precisa definizione in termini d’analisi dei camminamenti (si veda l’atlante UfoCiclista).
Questo tipo d’analisi poggia sulla tecnica psicogeografica della deriva casuale. A questa gli UfoCiclisti hanno aggiunto la rilevazione cartografica per percorso e l’analisi dei nodi che si generano.
In sostanza si percorre casualmente l’UDA in bicicletta e si segna sulla mappa il percorso emergente. Una volta ottenuto il camminamento totale lo si disambigua con una tecnica che è chiamata Algoritmo delle Mosse di Reidemeister (vedi l’Atlante) in modo da ottenere una semplificazione del percorso ripulito dal ripetuto passaggio del ricognitore sulle stesse strade e dagli scavalcamenti di strade già percorse (ponti, gallerie, cavalcavia, eccetera). Senza semplificazione la mappa ottenuta sarebbe illeggibile.
A essere d’interesse per l’analisi dei camminamenti sono i Nodi anche detti ricorsioni, cioè il transito per punti già attraversati ma provenendo da direzioni diverse (spesso si tratta di croci prodotte da incroci).  Ogni nodo implica una sorta di “fissazione” del territorio esplorato e quindi ne caratterizza un certo modo d’essere. Il fatto che “accidentalmente” una ricognizione stocastica ci riporti su alcuni passaggi è da noi interpretata come la presenza di attrattori che costituiscono la spina dorsale dell’UDA.
A seconda del numero e della disposizione dei nodi si può procedere ad una prima interpretazione dell’UDA stessa.
Ovviamente la tecnica di rilevamento dei camminamenti non può durare troppo tempo (in rapporto all’ampiezza dello spazio indagato) altrimenti alla fine s’otterà un groviglio di passaggi non interpretabile. Bisogna utilizzare il buon senso.
L’UfoCiclismo al momento è riuscito a interpretare camminamenti fino a sette nodi con diverse configurazioni.

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Ecco come, alla fine della deriva casuale, si presentava la mappa prodotta da un’app per la tracciatura gps del percorso.
I cerchi grigi rappresentano le soste.
Se zoommassimo sulla mappa scopriremmo una situazione ben più complessa di quella mostrata in foto. Il rilevamento gps non è un buon modo di tracciatura anche se è il più veloce. Col gps la disambiguazione attraverso l’Algoritmo delle Mosse di Reidemeister diviene molto complessa dato che la mappa riporta tutte le ripetizioni di percorsi che ai fini euristici non ci dicono nulla sullo spazio indagato. L’utilizzo di una mappa stampata e di una matita è un metodo meno rapido in sede d’esplorazione ma più efficace in termini d’analisi. Tra l’altro l’utilizzo di una mappa cartacea ci aiuta a comprendere seduta stante il tipo di situazione che si sta delineando nel corso della deriva casuale.
Le prossime tre mappe mostrano:
1) il percorso totale semplificato (dopo l’applicazione del Algoritmo delle Mosse di Reidemeister);
2) le direzioni dei camminamenti necessarie per comprendere come l’UDA si “annoda”;
3) I nodi che emergono.

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Guarda la mappa ingrandita

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Guarda la mappa ingrandita

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Guarda la mappa ingrandita

Abbiamo colorato i camminamenti per semplificare la visione d’insieme. La tecnica utilizzata prevede che ad ogni incrocio il percorso cambi colore così da rendere più evidente i modi della generazione del nodo.
Qui un’animazione a slide del camminamento nell’UDA.

Prima di venire all’analisi dei nodi vale la pena soffermarsi su un’altra tecnica d’indagine utilizzata in questa ricognizione: l’Archeologia del sé (si veda l’atlante alla voce Cuspide) presupponendo di trovarci in presenza del giacimento di una Cuspide.
In questo caso, in realtà, il giacimento è emerso spontaneamente senza presupporne l’esistenza. Per giacimento (e anche cuspide) intendiamo un collettore di raccolta fisico o emozionale presente sul territorio.
Procedendo su via dell’Aquila Reale ci siamo fermati in prossimità di un “baretto” gestito da un indiano al di fuori del quale stazionavano chiacchierando degli autoctoni (la tappa è visibile anche sull’immagine della mappa del gps).
La sosta era motivata dal bisogno di reperire informazioni circa la torre che dà il nome al quartiere di Torre Maura.
Alla nostra richiesta d’informazioni il gruppo d’avventori ha gentilmente risposto offrendoci da bere dell’acqua; evidentemente sotto il sole di metà giornata della deriva causale dovevamo apparire provati.
Durante una ricognizione non va mai persa l’occasione di fare due chiacchiere con i locali in una sorta di “osservazione partecipante” ufociclistica.  Il gruppo, tra le altre cose, era evidentemente in vena da chiacchiere pre-pranzo e quindi molto disposto a sciorinare dettagli.
Accomodatici e accettato il dono d’acqua minerale abbiamo iniziato a guardare più attentamente i nostri ospiti. Quasi tutti, cosa di cui non ci eravamo accorti, ostentavano tatuaggi inneggianti al fascismo: chi più chi meno esplicitamente alla luce del sole. Affatto scoraggiati dal trovarci in tale pattume abbiamo iniziato a leggere la situazione osservandola come una cuspide (un sedimento) che da definizione è proprio un “retro-aggregatore” tanto fisico (ad esempio una fossa, o la valle di un’elevazione), che emozionale (una conventicola di fasci ad esempio).
Dopo alcune domande esplicite sui reperti archeologici della zona (Torre Maura è storicamente considerata un’importante zona archeologica anche se periferica rispetto a Roma centro) il gruppo è divenuto sospettoso. Sono iniziate le occhiate di squadramento atte a capire quali fossero le nostre reali intenzioni e motivazioni.
Dopo una serie di circonvenzioni linguistiche poco efficaci nel tentativo di riconquistare la fiducia del gruppo, siamo riusciti a piazzare miracolosamente l’elenco dei Sette Re di Roma recitati tutti d’un fiato partendo da Numa Pompilio. Tale manifestazione di cultura (delle elementari) ha sortito l’effetto sperato. Il gruppo stupito da tanto sapere si è infine autoconvinto che fossimo degli archeologi alla ricerca d’informazioni sulle torri d’avvistamento romane di cui torre Maura fa parte.
Un autoctono allora si è spinto oltre: convintosi della nostra professionalità ci ha mostrato, dal proprio cellulare, delle foto di reperti archeologici trovati in zona. Ci ha chiesto una sorta d’autenticazione e valutazione degli stessi. Ovviamente il nostro consiglio è stato quello di consegnare il tutto alla sopraintendenza per i beni archeologici. Chissà…
L’indiano gestore del bar intanto si era seduto con noi. Parlava un fluente l’italiano e mostrava una certa competenza in fatto di cose territoriali. Incuriosito dal nostro girare in cerca di “monumenti” periferici ci ha consigliato di visitare il Colosseo… effettivamente…
Di fatto tutta la conversazione è stato uno straordinario esempio di giacimento sedimentario di tipo archeologico (nel senso più stretto del termine).
Abbiamo ringraziato e ci siamo rimessi in marcia verso la torre.
In effetti la torre si trova oltrepassando il separatore di via Casilina nella zona limitrofa alla fermata della metro Torre Maura.
Eccola la torre (qui nella veduta aerea):

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Difficile stabile se si tratti di un tonal (vedi l’atlante UfoCiclista o il glossario on line); la sua posizione è estremamente periferica rispetto alla zona di Torre Maura e la sua collocazione del tutto isolata rispetto al resto del quartiere.
Torniamo però alla nostra UDA.
Una delle domande fatte agli autoctoni del baretto è stata quella circa i luoghi d’interesse o di aggregazione di quella parte del quartiere. Ci hanno indicato via delle Rondini come strada dei negozi più in vista della zona e la parrocchia di San Giovanni Leonardi.

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La suddetta parrocchia si trova proprio nel bel mezzo di uno dei nodi individuati. Spesso le parrocchie costituiscono dei tonal “deboli” in UDA che lo hanno perso per via di un totem d’incongruenza (vedi l’atlante UfoCiclista o il glossario on line) eccessivamente forte o per ragioni urbanistiche.
Nell’atlante UfoCiclistico abbiamo segnalato un’altra situazione simile; neanche a farlo apposta un’altra torre: Tor Sapienza.
Questo valore di “segnaposto” supplisce la mancanza di un tonal vero e proprio. Il fatto che degli autoctoni siano stati convergenti nel segnalarcelo e la sua collocazione (nel nodo) ci ha convinti che l’UDA potrebbe essere retta e alimentata nella sua compattezza da questo tonal debole.
In prima analisi muovendoci poco fuori dall’UDA abbiamo individuato un possibile totem d’incongruenza in via Enrico Giglioli:

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Si tratta di un complesso abitativo che non può non evocare un totem dalla forza disgregante (ma probabilmente si tratta semplicemente di una suggestione estetica) . A dire il vero si trova fuori dalla UDA che stiamo esaminando ma non così lontano da risultarne totalmente avulso. Comunque molto bello. Ci ricorda gli interni di un brutto film di fantascienza: 2013 la Fortezza. Brutto senza scampo.

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Nella mappa precedente la collocazione del sospetto totem (cerchiato) rispetto all’UDA.
Di fatto mentre per il tonal la collocazione all’interno dell’UDA pare essere condizione necessaria, il totem ha più gradi di libertà spaziali.
Quella del totem della UDA di Torre Maura resta però un’ipotesi.

La deriva casuale nell’UDA ha dato vita ad un camminamento di tipo trialettico (vedi l’atlante UfoCiclista).
Quello che segue è il modello ideale di questa conformazione:

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Il livello basilare (struttura semio-narrativa) di questo tipo di conformazione è il seguente: “percorso a triplice simmetria rotazionale. Raccoglie molti simboli ternari […] In questo camminamento ogni nodo può accogliere un omphalos o un attrattore” (vedi l’atlante UfoCiclista).
Per ciò che riguarda gli omphalos dovremmo addentrarci nell’analisi di possibili ley line (cosa che non abbiamo fatto in loco ma che forse faremo più avanti).
Per ciò che riguarda gli attrattori: “si tratta di tonal in potenza”. Da definizione quindi avremmo trovato un’interessante corrispondenza con il tonal debole di cui abbiamo parlato interpretato dalla parrocchia di San Giovanni Leonardi (il nodo centrale). Questa analisi ci dice poco sul tipo di UDA dovremmo infatti concentrarci sugli attributi del camminamento trialettico che nella fattispecie riguardano i gruppi archetipici ternari.
Prenderemo invece un’altra strada, quella della Teoria Cromatica degli Stati d’Animo utilizzando l’apposita tavola.
Tra ricognitori ci accordiamo sul gradiente 12. Ci riferiamo all’atlante per la collocazione cromatica: “Amaro: ambiance inquieta, tremebonda“. Il gradiente dodici è l’estremo superiore del suo cluster quindi tutti gli attributi dovrebbero apparire ben sedimentati e messi in evidenza.
Ancora una volta dobbiamo riferirci al tonal debole dell’UDA. Come tale esso presta il fianco agli attacchi del totem d’incongruenza qualunque esso sia. Una UDA retta da un segnaposto può di fatto apparire piuttosto instabile: diciamo sul chi va là. Si tratterebbe in sostanza di una UDA sotto attacco o la cui continuità e compattezza sono messe in discussione da un totem più forte del tonal. Prababilmente si tratta di una UDA in trasformazione e l’ipotesi non sarebbe così strana se si pensa che proprio adiacente all’UDA è da poco sorta la fermata Torre Maura della line C di Roma.
La creazione di un nuovo ramo della metropolitana con le sue relative stazioni porta sempre belle cose e mutamenti non facilmente prevedibili nelle zone interessate. Di fatto la stazione stessa potrebbe essere un totem o il tonal.
La comoda stazione della metropolitana “caduta” come manna dal cielo in una zona di Roma da sempre mal servita da mezzi pubblici inconsistenti potrebbe aprire un nuovo varco alla galoppante gentrificazione che sta interessando Roma sud/est. Forse certo non accadrà domani ma fino a 7/8 anni fa sarebbe stato impensabile che un quartiere vicinissimo come Centocelle sarebbe divenuto, da lì a poco, il nuovo obiettivo della trasformazione della città in vetrina della speculazione edilizia.
Sarebbe un gran peccato. Lo sarebbe in ogni caso ma ancor più perché Torre Maura, almeno paesagisticamente, ancora interpreta il ruolo di una città più a misura d’essere umano con varietà locali, architetture non asfissianti tipiche delle borgate e inattesi spazi verdi/marroni non colonizzati dalla cementificazione speculativa.
Purtroppo la mancanza di un tonal forte ci fa prevedere il peggio e la sensazione cromatica ce lo conferma. Man mano che scriviamo ci appare sempre più chiaro che il probabile totem d’incongruenza sia proprio l’adiacente stazione della metro C.
Comunque sia ciò ci conferma che l’UDA sta per cambiare e che il tonal debole che la caratterizza non potrà resistere alla forza di questi mutamenti.
Ci fermiamo qui con l’analisi dell’UDA riportandone le caratteristiche cromatiche sulla mappa.

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Come sempre il riferimento TCSD è relativo alla Tavola Cromatica degli Stati d’Animo.
Alla UDA di Torre Maura (nella stessa mappa) abbiamo affiancato la limitrofa UDA di Torre Spaccata già individuata e studiata in precedenza.
Prima di congedarci dal gruppetto d’autoctoni del baretto indiano questi ci hanno consigliato di vistare il Parco delle Rupicole.

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Accanto alla UDA di Torre Maura abbiamo evidenziato nel tratteggio il parco (qui la veduta aerea).

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Si tratta in effetti di un piccolo ma particolarissimo parco caratterizzato dalla presenza di più giardini:

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Il parco non è al momento manutenuto ma la commistione di diversi tipi di giardino è molto bella.

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Questo è, ad esempio, il giardino arabo.

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Ci sono anche delle belle tavole con animali e piante tipiche di quella zona.
Se vi capita di passarci fateci un salto e ci raccomandiamo: lasciate pulito!!!
Tutto molto bello. Ma vi prego manutenetelo!

Rapporto sulla settima ricognizione UfoCiclistica (UfoCiclismo revolution 1) + Associazione Psicogeografica Romana [10/6/2017]

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La settima ricognizione UfoCiclistica è stata la piattaforma girevole d’una sperimentazione radiofonica in collaborazione con l’Associazione Psicogeografica Romana e con Radio Città Aperta.
Contravvenendo al principio che le ricognizioni s’effettuano in concomitanza con eventi astronomici l’appuntamento è stato fissato per sabato 10 giugno giornata non particolarmente significativa dal punto di vista astronomico.

Il consueto punto di raccolta s’e’, per l’occasione, frammentato in tre locazioni cosi’ da formare tre diverse squadre di ricognitori impegnati su percorsi indipendenti (elaborati dalla Associazione Psicogeografica Romana) convergenti su un unico punto dedicato al picnic esoplanetario e allo skywatching.
Come punto d’incontro è stato scelto il galoppatoio di Villa Borghese, un luogo situato al centro di Roma: per forma particolarmente adatto tanto alla pratica dello skywatching che all’eventuale atterraggio di cosmonavi aliene.

Ulteriore variante, quella di una “centrale operativa ufociclistica” situata presso Radio Città Aperta strumento di coordinamento tra squadre di ufociclisti, d’approfondimento tematico (ufologia, e ciclismo urbano) e d’intrattenimento per i radioascoltatori.
Compito della radio quello di creare una triangolazione tra le squadre di ciclisti urbani in ricognizione e ascoltatori curiosi o impossibilitati nel partecipare.
La radio ha avuto inoltre il compito di svincolare le squadre dalla “dittatura” del segnale satellitare (il navigatore satellitare è infatti un robot situato nell’esosfera che impartisce ordini agli esseri umani) pur garantendo alle squadre un supporto tattico nella corretta percorrenza dei tragitti suggeriti.

In studio alla conduzione Carolina Cutolo e Edoardo De Falchi sostenuti da Antonio Pedivella alla regia (l’uomo al di la’ del vetro) e dalla suddetta Associazione Psicogeografica Romana rappresentata da Daniel De Riva e Alessandra Girotti.

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Antonio Pedivella e al di là del vetro Edoardo De Falchi

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In studio (da sinistra) Alessandra Girotti (APR), Daniel De Riva (APR), Edoardo De Falchi e Carolina Cutolo

Inviato speciale il giornalista internazionale Andrea Cangioli esperto ricercatore di segnali di vita altri in missione presso il Gay Village nella giornata del Gay Pride.

Ospiti in collegamento telefonico:
L’astrologa Astronza con il suo oroscopo ufociclistico (minuti: 0:50:34 – 1:34:08 – 2:17:32), Vanni Santoni scrittore e narratore (Minuto: 1:10:30), Riccardo Balli dj musicista e ex componente della Associazione Astronauti Autonomi sezione Italia, nonché skaterista (minuto: 2:00:05).

Caposquadra (referenti) delle pattuglie UfoCiclistiche:
Federica, Francesco e Cobol.

I tre punti di raccolta scelti in modo da coprire i raggi di un semireticolato erano:
– Largo Preneste (Colombario di largo Preneste – coordinate 41.892145, 12.541533);
– Via Giacinto Carini (Teatro Vascello – coordinate 41.882494, 12.460694);
– Via Val di Cogne (Metro Conca D’Oro – coordinate 41.939928, 12.528349).

Ci preme ringraziare inoltre Tamara della Tamara Lorenzi Communication nel supporto della comunicazione legata all’evento e Dynamis storici fiancheggiatori degli eventi ufociclistici.
Ringraziamo anche Valentino De Luca per l’apporto ai social durante la diretta.

Prima d’addentrarci nei particolari del rapporto rilasciamo il podcast UfoCiclismo Revolution del 10 giugno in cui è possibile riascoltare l’intera trasmissione.

Quelli che seguono sono i link ai percorsi elaborati dalla Associazione Psicogeografica Romana. I primi due percorsi sono divisi in tre tappe mentre il terzo percorso è inserito in una mappa unica.

Ogni percorso è strutturato in tre tappe (la terza per tutti è la tappa finale del Galoppatoio). Ogni tappa è stata l’occasione per “marcare il territorio” mediante adesivi e multe creative (azioni disordinanti): facsimile di un verbale della polizia municipale di Roma da apporre “criticamente” sul parabrezza delle automobili: vera e propria armata d’invasione.

Percorso 1: tappa1tappa2raccolta
Percorso 2: tappa1tappa2raccolta
Percorso 3: percorso unitario

Le tre squadre hanno lasciato i rispettivi punti di raccolta circa quindici minuti dopo l’inizio di Ufociclismo Revolution subito dopo il primo giro di contatti con i caposquadra. Complessivamente le tre squadre erano composte da circa venti ufociclisti.

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Alieno presso il punto di raccolta della prima squadra

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Segno lasciato presso Largo Preneste

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Cesti di bici pieni di patatine vegan

Mentre la prima squadra percorreva le strade della periferia sud-est di Roma nella straniante zona tra via Labico e via dei Gordiani, la seconda squadra discendeva lungo via delle Fornaci verso le sponde del fiume Tevere.
Allo stesso tempo la “centrale operativa” perdeva definitivamente il contatto con la terza squadra per problemi d’ordine tecnico.
Proprio in via dei Gordiani la prima squadra si smarriva richiedendo assistenza all’Associazione Psicogeografica Romana (minuto 43:02) nella zona di Villa De Sanctis.

Tra gli eventi rilevanti la deriva non prevista della seconda squadra che incontrava le difficoltà in un fuori tracciato d’attraversamento delle sponde del Tevere laddove in estate si consuma un brutto pezzo della movida romana (minuto 01:43:16).

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Autoritratto della seconda squadra sulle sponde del Tevere

 Mentre la terza squadra proseguiva alla cieca non riuscendo più a comunicare con la centrale operativa e operando degli istrionici tagli sul percorso previsto, la prima squadra di passaggio presso la ley line di via del Mandrione ne approfittava per una breve pausa utile a far recitare alla poetessa Fedra un breve componimento realizzato proprio in previsione della ricognizione stessa (minuto 1:06:10):

 SOGNO
DIMENSIONI NUOVE S’INCONTRANO
ATTESA

Dopo circa quindici/venti minuti la prima squadra raggiungeva la prima tappa presso Porta Maggiore (minuto 1:24:54) dove dava avvio alle pratiche di stickering e alle disordinazioni tramite multe creative.

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Prima squadra presso Porta Maggione. All’UfoCiclista Fedra brilla il capo

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L’UfoCiclista Lorena notifica multe creative agli automobilisti

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Multe creative apposte per principio sui parabrezza

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Dettaglio di multa creativa

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Palo conquistato dalla terza squadra – Conca D’Oro

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Prima squadra: gli UfoCiclisti piu’ alti performano

I percorsi indicati dalla Associazione Psicogeografica Romana sono risultati un po’ abbondanti rispetti alla durata di due ore prevista per UfoCiclismo Revolution. Cosi’ sullo scoccare dei centoventi minuti la centrale operativa ha invitato i ciclisti urbani ad accelerare convergendo sulla tappa finale lambendo solo marginalmente lo stop della seconda tappa.

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Esplode in studio la felicità alla notizia del ritrovamento della terza squadra (Conca D’Oro)

Colpo di scena sullo scoccare delle due ore riappariva la terza squadra coordinata da Federica (minuto 1:52:10) che nel tragitto da Conca D’Oro al Galappatoio aveva integrato nel proprio organico anche Luciano col suo ciclobar (visibile nella foto sottostante per le luminarie da incontro ravvicinato del primo tipo).

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Foto ricordo del punto di raccolta finale (foto Sem)

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Il ciclobar di Luciano e mimetizzato tra gli UfoCiclisti l’inviato Andrea Cangioli

L’arrivo al galoppatoio è avvenuto in circa due ore e quaranta.
Nessuna delle squadre ha segnalato avvistamenti di luci nel cielo ne tanto meno contatti (ir) di alcun tipo.
Solo la prima squadra nella già citata circostanza di via Labico riporta di un misterioso avvistamento di sfere giacenti su un prato che però, a prima vista, avrebbero con ogni probabilità origini terrestri.
Approfondiremo e sapremo dirvi meglio nella seconda puntata del 24.

Un racconto interessante ci è stato riportato da un ufociclista testimone, qualche anno fa, di un avvistamento UFO nella zona del centro-sud dell’Italia.
L’ufociclista ha infatti raccontato di aver visto per parecchi secondi un oggetto iridescente di forma lenticolare stazionare nei cieli del proprio comune d’origine.
La caratteristica dell’UFO era quella d’esser un oggetto praticamente immobile nel cielo. Il testimone racconta dell’aver percepito, anche se a distanza, una sorta di “sensazione di silenziosità” dell’oggetto.
Dopo alcuni secondi l’UFO è sparito alla vista come se fosse progressivamente stato cancellato in una sorta di processo di mimetizzazione con lo sfondo azzurro circostante.
Il testimone ufociclista ci riferisce inoltre che nell’averne parlato col padre; quest’ultimo gli avrebbe confermato che da molti decenni quella zona è interessata da inspiegati fenomeni UFO e di essere stato anche lui testimone di un avvistamento.
In sostanza nella zona su cui cercheremo in seguito di essere piu’ precisi sembra vigere una sorta di “realismo magico” il cui fulcro sono le continue apparizioni di oggetti volanti non identificati ormai parte stessa del paesaggio semi rurale.

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UFO lenticolare (immagine esemplificativa)

Piazza del galoppatoio era chiusa per via di una vetusta manifestazione equestre; cosi’ le squadre si sono accomodate dinnanzi la suddetta piazza dove, dopo aver atteso ancora qualche minuto l’eventuale arrivo di navi aliene, ha consumato il picnic esoplanetario a base di cibarie vegan/vegetariane.
Immancabile l’humus vegano.

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Il banchetto di benvenuto

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Le bici prefigurano i dischi volanti

Per il momento è tutto. Vi rimandiamo all’ascolto del podcast e alla puntata del 24 giugno di UfoCiclismo Revolution.

Vi lasciamo sottolineando la scaletta musicale curata da Antonio Pedivella e Edoardo De Falchi col contributo di tutta la redazione:

Franco Battiato –  No time no space
Tomorrow   – My white bicyle
Caterina Caselli – Le biciclette bianche
The UFO Club – Surf city
Syd Barrett / Pink Floyd cover by The Farmingdale Sound Machine – Bike
Mungo Jerry  – Push Bike Song
Brainiac – Go Freaks Go
Jonathan Richman – Cosi Veloce
Piney Gir – Blixa Bargeld’s Bicycle
The Intelligence – Sailor Itch
J’ai acheté – Un vélo
Boards of Canada – Happy cycling
Lemon Jelly – Spacewalk
Freddie Sandy – The Bicycle Song
Madness – Riding on my bike

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Adesivo UfoCiclistico

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Un altro adesivo UfoCiclistico

Ci vediamo nel futuro.