Cuspide via Prenestina – Roma – 12/5/2018

Rapporto redatto da Cobol 

In UfoCiclismo. Atlante tattico ad uso del ciclista sensibile abbiamo illustrato il funzionamento di una cuspide riferendoci, per esemplificare, a quella di via Prenestina/largo Preneste – Roma.
Qui abbiamo la possibilità di approfondire fotograficamente quelli che sono gli attributi presenti in questo oggetto presente in tutti gli spazi compresi quelli cittadini.
Iniziamo con l’illustrazione contenuta nel testo:

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Lungo via Prenestina all’altezza di largo Preneste si manifesta la cuspide in questione una sorta di aggregato naturale dei sedimenti di una possibile UDA (Unità D’Ambiance).
La cuspide posta al centro dei due giacimenti  (che coincide con largo Preneste) è il terminale dei flussi sedimentari visibili nella mappa.
La cuspide è a tutti gli effetti una conca in cui si accumulano i detriti di una UDA. La cuspide ha quindi un’importanza di tipo archeologico stratigrafico ma anche emozionale perché allo stesso modo essa concentra detriti d’emozionalità presenti nello spazio esplorato.

Vediamo più nel dettaglio i giacimenti temporanei sulla destra visibili nella mappa precedente. Nella foto sotto il dettaglio del giacimento più in alto nella stessa mappa.
La zona è stata recentemente parzialmente bonificata e si sta trasformando in un parcheggio per i vicini campi sportivi. Tuttavia alcuni segni del suo essere stato un giacimento sono ancora visibili nelle foto scattate sul terreno in data 12/5/2018 (mentre le foto aeree risalgono al 2012).

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A seguire il giacimento temporaneo inferiore (sempre a destra) ancora più interessante perché visibilmente stratificato (giacimento sedimentario) che si trova sul lato opposto della carreggiata del giacimento sopra mostrato.

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Alcuni elementi di questi giacimento potrebbero aiutarci a datarlo: ad esempio capendo fino a quando la Redbull ha mantenuto la grafica della lattina mostrata nella foto qui sopra (e che oggi è molto diversa). Sono molti gli elementi di questo giacimento che ci permetterebbero una datazione approssimativa qualora essa c’interessasse.
La presenza di più lattine di Redbull tra le altre cose ci suggerisce che quella zona abbia una stretta connessione con una ad essa limitrofa, Portonaccio, che proprio da quella parte della città si apre con la presenza dello storico locale Muccassasina in cui si fa ampio utilizzo di bevande energetiche ed eccitanti.

Il giacimento più a sinistra in alto: sempre di carattere sedimentario è il vero e proprio alveo della cuspide. Come giacimento, rispetto a quelli visti in precedenza, presenta caratteristiche di stabilità (giacimento permanente).

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Questa parte finale della cuspide si trova nel punto più basso di due flussi sedimentari visibili nella prima mappa (la conca).

Sul lato opposto della strada (via di Portonaccio) il famoso muro degli ex voto alla madonna della Prenestina oggi ancora Tonal dell’UDA.
Per tonal intendiamo una artefatto o un oggetto naturale capace di “intonare” uno spazio dotandolo di caratteristiche emozionali continue.

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Nella foto sopra il quarto giacimento (in basso a sinistra nella prima mappa). Si tratta questa volta di un giacimento emozionale perché ivi si concentrano molte delle marginalità della zona.
Guarda il filmato recuperato in rete.

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In questa foto la colombaia di largo Preneste all’interno del quarto giacimento. Qui siamo alle prese con un giacimento sedimentario (addirittura archeologico) conficcato nel giacimento emozionale.

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Ultima foto di questo approfondimento: il lago dell’ex SNIA che si configura come tonal emergente dell’UDA in contrasto con il muro degli ex voto.

La cuspide è un buon oggetto da cui iniziare la ricerca di Tonal e Totem d’incongruenza. Data la sua capacità aggregatrice non di rado essa “costruisce” o accerchia i due oggetti più importanti dell’asse aggregatore/disaggregatore (tonal/totem) che compongono un’UDA.

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Chi sono gli ufologi?

L’ufologo è l’emblema della frustrazione. Il complesso d’inferiorità che, proprio come il verbo,  s’è fatto essere umano.
L’ufologo costruisce la propria identità d’appassionato ricercatore attorno all’identificazione di un oggetto che potrà avvenire solo a condizione che l’UFO sia disposto a fare outing o che le autorità militari decidano di classificarlo in un qualche modo.

Ma per propria natura l’UFO deve rimanere non identificato (altrimenti si chiamerebbe IFO: oggetto volante identificabile) mentre il ruolo delle autorità è quello di forzare la non identificazione nell’alveo di un ristrettissimo parco di fenomeni noti e controllabili. Quando ciò non è proprio possibile allora il fenomeno da non identificato trasla a mai avvenuto.

Ecco allora che il triste ufologo si vede costretto a costruire la propria identità attorno ad aspettative che non vedrà mai realizzate. Il suo oggetto di studio tace, i suoi mentori lo tradiscono e lui diventa il cane da guardia dei cieli che si trasformano nel cortiletto in cui orinare.

L’Ufologo è il Toni Chike Iwobi della “scienza” militarizzata. Da sempre emarginato e schernito risolve di farsi mettere un guinzaglio dal proprio aguzzino e di questo divenire il più efficace cane da guardia pronto a mordere, prima tra tutti, i suoi pari per dimostrare l’incondizionata fedeltà.

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Ecco cosa il CUN il Centro Ufologico Nazionale annovera tra le raccomandazioni in caso di contatto con UFO: al punto 8 si afferma di rivolgersi ai carabinieri.

Così gli ufologi divengono caricature degli scienziati e si raccomandano, in caso di avvistamento UFO, di correre nella più vicina caserma dei carabinieri a fare la spia.
Non c’é bisogno di sforzarsi troppo per immaginare l’approccio dell’appuntato di turno chiamato a raccogliere la testimonianza dell’avvistatore ufologo solerte informatore; basta guardare il film di Tinto Brass Il disco volante.
E così l’ufologia acquisisce a ragione un meritato ruolo nella suddetta commedia brillante e grottesca nel più classico dei tormentoni del regista lombardo: “Dime porca che me piasi de più“.

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L’appuntato Alberto Sordi incontra un’aliena. Da Il disco volante di Tinto Brass.

Ma la vera natura dell’UFO è nella sfida mentale a cui ci costringe è che può essere virtuosa solo a patto di non cedere alla tentazione scientista e ansiogena di ottenere risposte rapide e preconfezionate.
L’ufologo, personaggio vile, vuole essere rassicurato: rimandando a carabinieri e aeronautica militare sa che anche oggi potrà dormire sonni tranquilli. Anche oggi ha fatto il proprio dovere: ha abbaiato e presto qualcuno colmerà la ciotola.

La mente dell’ufologo (in buona fede) è quantitativa.
Egli pensa che l’accumulo sistematico di dati porti con sé la risposta. In questo egli non s’accorge di venir seppellito da un ammasso informe e insignificante di dati.

Buttate le vostre tabelle d’avvistamenti e venite a farvi un giro in bici!